“Penelope è partita” è un breve viaggio nel tempo e nello spazio sul tema dell’emigrazione. Racconta storie di donne costrette, dalla guerra, dalla miseria, o dall’avversità del “fato”, a lasciare la propria terra natale, i propri costumi, i propri affetti - o a rimanere sole, nella propria casa con i figli e senza più il proprio compagno. Lacerazioni, tragedie, ma anche affetti e sorrisi, ricordi, musiche capaci di far correre la nostalgia e di far rivivere momenti e luoghi spersi nel tempo e in terre diverse. Dalle spiagge inospitali dell’antica Grecia di Eschilo e di Euripide, passando dalle storie di fame e di disperazione dei nostri connazionali costretti per tutto il secolo scorso a cercare speranza in Francia, in America, in Svizzera, lo spettacolo approda all’attualità della recente immigrazione che si è riversata in Italia, con lo stesso strascico di sfruttamento, di razzismo, di ipocrisia, che aveva accompagnato i nostri connazionali esuli nel novecento. Le voci dei protagonisti, colte dal vero, in presa diretta, e rielaborate come testimonianza teatrale, si inquadrano quindi in una cornice spettacolare dinamica ed essenziale, in cui i brani de “Le supplici” di Eschilo e “Il Ciclope” di Euripide, contribuiscono a chiarire le ragioni di fondo, strutturali e culturali, che determinano le cause che spingono le genti dei paesi più diversi, ad abbandonare la propria patria, e le forme di accoglienza cui si trovano sottoposte nei paesi in cui approdano e i drammi che accompagnano spesso il loro ritorno – così come rievocato da Giovanni Pascoli nel poemetto “Italy”. Lo spettacolo segue quindi e asseconda, in un continuo rinnovarsi dei linguaggi e dei ritmi espressivi, la molteplicità dei temi e la ricchezza delle esperienze umane che le antiche e nuove diaspore migratorie impongono alla capacità di attenzione, alla sensibilità, alla coscienza di ciascuno di noi.